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Implementare la gestione di aziende agroalimentare: Perché scegliere la blockchain?
La blockchain nelle aziende permette di registrare e notarizzare digitalmente le informazioni e i dati ‘fisici’ e reali presenti. Si tratta di informazioni inerenti alle analisi sul prodotto, analisi ambientali, audit degli enti di certificazione, origine dei mezzi tecnici e altri. Questo permette a clienti, consumatori e stakeholders di avere accesso a questi documenti, in ogni momento, da un computer o da uno smartphone. Inoltre, è garantita la certezza delle informazioni e i dati consultati senza che siano stati o possano essere modificati.
Si tratta di avere a disposizione un notaio (da qui il termine notarizzazione prima utilizzato) 24 ore al giorno che consente di registrare il documento. Chi interessato può averlo a disposizione 24 ore al giorno ovvero. Questo, continuando nell’esempio del notaio, significa avere una conservatoria aperta sempre ed accessibile da remoto.
Il mondo della certificazione ‘cambierà faccia’, poiché il garante del documento e della sua immutabilità non è più l’ente di certificazione, ma la blockchain. Questo non significa fare a meno delle competenze e della professionalità di chi lavora in un ente di certificazione. Ci sarà una maggiore efficacia nelle modalità di comunicazione dei risultati in termini di processo e di prodotto nell’azienda.
Scopriamo come la filiera produttiva cambierà con la blockchain.
Come la blockchain protegge la riservatezza dei dati
Nella blockchain non è registrato il documento in ‘chiaro’, ma un’informazione crittografata. Il livello di accesso alle varie informazioni è graduabile, in relazione alle esigenze delle varie categorie di utenti nell’ambito della singola organizzazione, della filiera e della comunità di stakeholder.
La blockchain in ambito agroalimentare supporta i consumatori.
Ad esempio, possono facilmente accedere ad un ventaglio di notizie di base, chiare e comprensibili. I buyer e gli uffici qualità della GDO possono mantenere aggiornate le procedure di qualifica fornitori grazie alla disponibilità di rapporti di certificazione, analisi, dichiarazioni di conformità ed etichette.
Le autorità di controllo possono ottimizzare le attività ispettive verificando l’HACCP e relativi registri, ivi compresi quelli relativi alla rintracciabilità. [1] In questo modo non vi è bisogno di diffondere notizie, informazioni o segreti industriali che possano risultare sensibili dal punto di vista commerciale o accessibili dalla concorrenza.
L’approccio è basato principalmente strumenti open-source: il protocollo Bitcoin ed il sistema OpenTimeStamps. Questi consentono un risparmio incredibile sui costi, una grande semplicità di utilizzo e una trasparenza ed incisività che non si può raggiungere in altro modo. Il protocollo Bitcoin è stata la prima blockchain realizzata nel 2009 e da allora non ha mai subito violazioni.
Blockchain e-commerce e marketplace: perché la blockchain è indispensabile nel mondo phygital ?
“La fiducia è alla base del patto sociale che si realizza in ogni relazione economica ed è cruciale quando si riferisca al cibo. L’intera filiera e l’ecosistema in cui essa opera devono essere garantiti e comunicati con trasparenza, attraverso dati e obiettivi affidabili (cioè verificabili).
Se, e quando, i dati corrispondono, la fiducia si può consolidare in scelte d’acquisto che tendono a ripetersi. Tuttavia, l’esitazione degli acquirenti online verso i prodotti alimentari mostra come il presupposto di affidamento non si verifichi facilmente, allo stato dell’arte. Cosa manca?” [2]
I prodotti del Made in Italy hanno bisogno di marketplace capaci di trasferire sul digitale la realtà fisica di una filiera che garantisce la qualità. Le imprese agricole e i processi di trasformazione selezionati, adottano principi di eticità e sostenibilità, verifiche reali dei suoli e degli impianti, etichette trasparenti.
La blockchain consente di creare un rapporto di fiducia con i consumatori, a condizione che l’IoT (Internet of Things) non si sostituisca a reali controlli in azienda svolti dagli operatori.
“Ma chi controlla le imprese presenti su Amazon? Chi controlla che i prodotti effettivamente rispondano alle promesse di autenticità, origine, sicurezza e qualità nell’intero corso della filiera (senza trascurare la fase logistica, che può risultare critica anche in ipotesi di ‘triangolazione’ e commercio parallelo)? Quali presidi rispetto ai rischi di contraffazioni, frodi, tampering? I rischi aumentano in proporzione alla crescita e popolarità del ‘megastore’, che offre a un numero sempre maggiore di terze parti l’accesso al proprio negozio globale”. [2]
Le false recensioni – positive, per ingannare i clienti, e negative per danneggiare la concorrenza – contribuiscono ulteriormente a minare la fiducia.
E’ da notare infatti che il 58% dei 5,8 milioni di recensioni immesse nei primi tre mesi del 2019, a seguito di analisi indipendente, sono risultate provenire da ‘unverified purchasers’ (erano il 9% nel primo trimestre 2018). Vale a dire da soggetti (o ‘bot’, robot) che non hanno proceduto all’acquisto alle condizioni indicate. [3]
Un sistema di verifica fisico-digitale basato su blockchain è inoltre uno strumento importante per passare da un approccio multicanale ad uno omnicanale. Questo è capace di coinvolgere completamente il cliente perché basato sulle esigenze del cliente.
La blockchain della filiera agroalimentare: Maggiore competitività per le aziende
Ecco che la fiducia verso i colossi globali dell’ecommerce tende a diminuire poichè non possono garantire la competitività di filiere sane, basate sui territori e vicine ai consumatori. Infatti, una blockchain agroalimentare autentica e implementata con trasparenza svolge un ruolo fondamentale per i retailer fisici e digitali in grado di garantire la provenienza del prodotto.
[1] Lo standard internazionale di riferimento è la norma ISO 22005:2007 (Traceability in the feed and food chain – general principles and basic requirements for system design and implementation), oggetto di revisione e conferma nel 2016. Secondo la logica ISO, ogni organizzazione può definire l’ambito di applicazione del proprio sistema di rintracciabilità. Dal livello minimo delle forniture e consegne di un singolo operatore (ove possibile, integrato con la c.d. rintracciabilità interna) all’estensione più ampia, dalle sementi e/o dai mangimi alla tavola.
[2] ‘Ecommerce, la fiducia che manca’, Dario Dongo, 18.5.2019
Ecommerce, la fiducia che manca
[3] ‘Amazon Flooded with Millions of Fake Reviews in 2019’, Review Meta, 28.3.19, https://reviewmeta.com/blog/amazon-flooded-with-millions-of-fake-reviews-in-2019/
Gian Luca Mascellino
Partner e AD di ChainForFood e Wiise Chain. Conoscenza approfondita dell’agroalimentare italiano: agricoltori, industria, retailer. Per 17 anni in Confagricoltura ed in Coldiretti: Direttore del Consorzio Vendita Risone Scarl (Confagricoltura), prima cooperativa di risicoltori in Italia e successivamente Responsabile della Filiera Italiana Riso all’interno di Fai Spa (Coldiretti). Significative esperienze nel mondo del retail e delle startup.