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Sostenibilità sociale: una dimensione dimenticata
Nel 1987 viene menzionato per la prima volta, su un report ufficiale, il concetto di sviluppo sostenibile. La nozione è il frutto degli sforzi della Commissione Brundtland [1], riunitasi in occasione del primo summit dell’ONU(Organizzazione delle Nazioni Unite) per l’ambiente, per dare voce ai diversi movimenti ambientalisti degli anni 60’-70’ e allo stesso tempo sensibilizzare i Governi mondiali e l’opinione pubblica verso questo tema.
Nel 1994 il manager e guru della sostenibilità John Elkington coniò il concetto di triple bottom line secondo cui lo sviluppo sostenibile si basa su tre pilastri o dimensioni: ambientale, economico e sociale. La sequenza con cui questi tre pilastri sono descritti, ne rispecchia anche l’interesse che la società nutre verso queste tematiche. Tra le tre, infatti, è quella ambientale a suscitare una maggiore sensibilità. .
Cosa si intende per sostenibilità sociale?
Ogni volta che pensiamo al concetto di sostenibilità è infatti comune collegarlo immediatamente agli impatti ambientali e al consumo delle risorse causati dall’attività umana [3]. La dimensione economica della sostenibilità è stata approfondita negli anni 90’, attraverso la teorizzazione di uno sviluppo economico che tenesse in considerazione di pratiche che supportino la crescita economica a lungo termine e con idealmente un impatto nullo sulla comunità e sull’ambiente [4].
La dimensione sociale, ovvero dove vengono misurati gli impatti positivi e negativi delle attività umane sulla società stessa, è stata fin dal principio vista come accessoria alle prime due, [5], [6], principalmente per la difficoltà nel stabilirne una definizione comune e nelle metriche di misura. Standard e strumenti riconosciuti in maniera internazionale per misurare il valore sociale di un processo, permetterebbero di creare valori sociali aggiunti, fondamentali ai fini del raggiungimento di una sostenibilità completa.
La sostenibilità sociale nei sistemi agroalimentari
Questo è particolarmente vero nel settore agro-alimentare, per via del vasto impiego di capitale sociale nelle diverse fasi della filiera di produzione. Come dimostrato dalla FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), infatti, i sistemi alimentari sono basati su elementi ed interconnessioni che comprendono una gamma di attori e attività volte a creare un valore aggiunto lungo tutta la filiera [7].
Nella complicata galassia dei sistemi alimentari, gli elementi sociali sono costituiti dalle relazioni tra i diversi attori della filiera, siano queste relazioni pubbliche o private. Gli aspetti da tenere in considerazione nel misurare la sostenibilità sociale nell’agroalimentare sono vari e complessi quanto lo è la natura umana e le relazioni in questo settore.
Gender equality, qualità della vita, sicurezza dell’ambiente lavorativo, tutela delle minoranze e autonomia delle comunità rurali, rappresentano solo alcuni degli indicatori utilizzati nell’ambito dello sviluppo sostenibile, e se rispettati contribuiscono al raggiungimento di una piena sostenibilità sociale.
Sostenibilità sociale: qual è la situazione in Italia?
A livello legislativo europeo, la sostenibilità sociale nella filiera si inserisce in un momento di passaggio dalla PAC 2014-2020, alla futura 2021-2027, legata a finanziamenti che puntano a promuovere e garantire l’autonomia delle comunità rurali, attraverso strumenti di politiche di sviluppo e pagamenti ridistributivi, basati sul numero di ettari che compongono l’azienda agricola [8] [9].
Il Green Deal e l’agricoltura sociale
Una conferma dell’interesse della Commissione europea verso il tema è il recente rilascio del nuovo Green Deal, l’insieme di iniziative portate avanti dalla Commissione stessa col fine ultimo di causare zero impatti ambientali in Europa entro il 2050, che assicura un impegno della Commissione nel rispettare i diritti sociali attraverso lo sviluppo di sistemi alimentari sostenibili [10].
A livello nazionale, il quadro è più confuso: la sostenibilità sociale spesso confluisce direttamente nell’agricoltura sociale, che ne fa propri i principi e viene intesa come la conduzione dell’azienda agricola secondo criteri di responsabilità ambientale ed etica da parte degli agricoltori [11]; oppure come buone pratiche promosse da diverse associazioni e regioni italiane con lo scopo di promuovere pratiche agricole sostenibili a livello ambientale e che migliorino il reddito dei produttori [12].
Associazioni di settore della filiera alimentare cercano di coinvolgere le aziende che ne fanno parte attraverso l’implementazione di statuti che incoraggiano pratiche di sostenibilità sociale [13].
E’ possibile misurare e incentivare la sostenibilità sociale?
Esistono alcune pratiche che permettono di integrare o aumentare la sostenibilità sociale all’interno delle proprie attività, e strumenti che permettono di capire quale sia il valore della sostenibilità sociale:
- RSI-responsabilità sociale d’impresa: definite dalla Commissione Europea come la responsabilità delle imprese per il loro impatto sulla società, consiste in un modello di business volontario e auto-regolatorio che un’azienda intraprende per creare valore sociale;
- SROI-social return on investment: metodo per misurare il valore extra-finanziario rispetto alle risorse investite in termini di valore sociale o ambientale.
- SCBA-analisi dei costi e benefici sociali: strumento economico utilizzato per misurare gli impatti sociali, e per dargli un prezzo in termini economici, che potrebbero generarsi, anche in maniera collaterale, da un progetto agricolo o un’operazione su una filiera già esistente in un sito specifico;
- SLCA-analisi sociale del ciclo di vita: metodo che misura gli impatti positivi o negativi sulla società per un determinato prodotto o processo, può integrarsi ai bilanci sociali;
- bilanci sociali: report non obbligatori commissionati da un’azienda per rendicontare gli esiti delle proprie attività da un punto di vista sociale;
- certificazioni di qualità: alcune agenzie e associazioni che si occupano di sostenibilità sociale a livello di filiera agroalimentare, offrono l’applicazione del proprio marchio a prodotti o processi che garantiscono il rispetto dei lavoratori coinvolti;
Conclusioni
La sostenibilità sociale, intesa come capacità di garantire e incrementare condizioni di benessere umano e crescita, permea l’agricoltura e la filiera agroalimentare poiché in questo settore è indiscutibile l’importanza del ruolo umano. Un approccio basato su standard, regolamentazioni e strumenti di misura riconosciuti all’unisono potrebbe permettere il raggiungimento della piena sostenibilità a livello agroalimentare.
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[1] W. Commission on Environment, “Report of the World Commission on Environment and Development: Our Common Future Towards Sustainable Development 2. Part II. Common Challenges Population and Human Resources 4.”
[2] M. Boström, “A missing pillar? Challenges in theorizing and practicing social sustainability: Introduction to the special issue,” Sustain. Sci. Pract. Policy, vol. 8, no. 1, pp. 3–14, 2012.
[3] B. Littig and E. Grießler, “Social sustainability: A catchword between political pragmatism and social theory,” Int. J. Sustain. Dev., vol. 8, no. 1–2, pp. 65–79, 2005.
[4] J. H. Spangenberg, “Economic sustainability of the economy: concepts and indicators,” 2005.
[5] S. Vallance, H. C. Perkins, and J. E. Dixon, “What is social sustainability? A clarification of concepts,” Geoforum, vol. 42, no. 3, pp. 342–348, Jun. 2011.
[6] M. Zimek, A. Schober, C. Mair, R. J. Baumgartner, T. Stern, and M. Füllsack, “The Third Wave of LCA as the ‘Decade of Consolidation,’” Sustainability, vol. 11, no. 12, p. 3283, Jun. 2019.
[7] “Production and Resources B10 Developing sustainable food systems and value chains for CSA B10-Overview B10-1 Developing sustainable food systems and value chains for climate-smart agriculture B10-2 Food systems and value chains: definitions and characteristics B10-3 Sustainability performance, trade-offs and synergies B10-4 Value chain selection: assessing climate risks and impacts B10-5 Climate-smart interventions B10-Conclusions B10-Case Study B10-Acknowledgements B10-Acronyms B10-References.”
[8] “Glossario della politica agricola comune (aggiornamento del 2015),” 2015.
[9] “The CAP and social sustainability | European Commission.” [Online]. Available: https://ec.europa.eu/info/food-farming-fisheries/sustainability/social-sustainability/socially-sustainable-cap_en. [Accessed: 05-Aug-2020].
[10] “Green Deal europeo | Commissione europea.” [Online]. Available: https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/european-green-deal_it. [Accessed: 05-Aug-2020].
[11] F. Giar, “Agricoltura Sociale E Civica,” 2014.
[12] “Ambiente e Innovazione: le buone pratiche della sostenibilità in Emilia-Romagna | Area Media | Arpae.” [Online]. Available: https://www.arpae.it/dettaglio_evento.asp?id=481&idlivello=693. [Accessed: 05-Aug-2020].
[13] “Sviluppo sostenibile della filiera agro-alimentare: verso un linguaggio comune.”
Edoardo Desiderio
Dottorando in Scienze e Tecnologie Agrarie, Ambientali e Alimentari, con focus sulla Cooperazione Internazionale e Politiche di Sviluppo Sostenibile presso l’Università di Bologna, è assistente in Economia Agraria. La sua ricerca si concentra sugli impatti sociali ed economici dei sistemi agro alimentari, strumenti e metriche di applicazione per food supply chain, stakeholder engagement, sostenibilità delle bioplastiche per packaging alimentare.