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Sostenibilità e Life Cycle Thinking
Secondo la definizione contenuta nel rapporto “Our Common Future” pubblicato nel 1987 dalla Commissione Brundtland delle Nazioni Unite, lo sviluppo sostenibile viene definito come:
“Lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni” [1].
Questa definizione risulta essere di particolare interesse se considerata nel contesto del settore agricolo ed alimentare. Infatti, si stima che la popolazione mondiale crescerà di 10 miliardi entro il 2050, causando nuove pressioni sulle filiere produttive [2]. Contemporaneamente, ogni anno a livello globale, viene sprecato un terzo di tutto il cibo prodotto per il consumo umano [3].
Risulta evidente come gli attuali schemi produttivi, in futuro, non risulteranno essere sostenibili. Inoltre, la vera sostenibilità di un qualsiasi prodotto o servizio viene raggiunta solo quando vengono considerati e rispettati contemporaneamente i tre pilastri della sostenibilità (o 3P): Persone, Pianeta e Profitti.
Il ruolo del packaging sostenibile nel settore alimentare
In questo contesto, il packaging alimentare, grazie alle sue principali funzioni, quali la conservazione, la protezione e la facilità di distribuzione degli alimenti, può giocare un ruolo di fondamentale importanza nel migliorare la sostenibilità del settore alimentare. Un punto di svolta, quindi, rappresenterebbe il ruolo del packaging alimentare sostenibile. Tuttavia, il reale impatto ambientale del packaging su tutta la supply chain rimane un tema controverso [4].
Da una parte, le legislazioni Europea e Nazionale si sono concentrate sulla prevenzione e riduzione delle quantità di materiale plastico, specialmente monouso, data la questione del suo smaltimento. Dall’altra, come verrà spiegato in seguito, recenti studi scientifici hanno dimostrato che il packaging alimentare può apportare benefici ambientali attraverso la conservazione degli alimenti e quindi alla riduzione di spreco alimentare [5]–[7].
La considerazione di tutti questi aspetti in uno studio di sostenibilità avviene attraverso l’approccio Life Cycle Thinking. Come definito dalla Life Cycle Initiative coordinata dall’ UNEP (United Nations Environment Programme), l’approccio di Life Cycle Thinking si basa sulla considerazione del prodotto in esame nel più grande contesto del suo ciclo vita.
In questo vengono considerati fattori ambientali, sociali ed economici, senza più concentrarsi unicamente sul singolo processo.
Per quanto riguarda quindi il packaging alimentare è di fondamentale importanza applicare questa filosofia, considerando nelle valutazioni di sostenibilità tutte le sue proprietà e caratteristiche. Questo deve avvenire sia nel contesto del ciclo vita dell’alimento confezionato, sia considerando eventi ad esso accessori, quali il prolungamento della shelf life, il comportamento del consumatore e le complesse logiche distributive [8].
Valutare la sostenibilità del packaging alimentare: l’approccio Life Cycle Thinking
La metodologia della valutazione del ciclo vita, o Life Cycle Assessment (LCA), è la più utilizzata nel determinare gli impatti ambientali di prodotti e servizi. In particolare, grazie ai risultati che fornisce, risulta essere un utile strumento per gli stakeholders nella scelta di decisioni strategiche sostenibili.
Per poter condurre correttamente uno studio di LCA è importante conoscere le norme ISO 14040 e 14044 del 2006 che ne contengono i principi e le linee guida, ma ancora di più conoscere in dettaglio il sistema che si deve analizzare.
Una questione di prospettive: comprendere gli effetti indiretti del packaging sostenibile
Negli ultimi anni sono stati pubblicati molti studi di LCA sulla valutazione ambientale del packaging alimentare. Fra questi, pochi considerano le soluzioni di confezionamento con un’ottica di Life Cycle Thinking. Infatti, è pratica comune ritenere il packaging come un peso ambientale aggiuntivo sul ciclo vita del prodotto alimentare, invece che esaltarne il ruolo chiave nella conservazione e protezione dell’alimento.
In altre parole, nella maggior parte degli studi di LCA su queste tematiche, vengono unicamente considerati gli impatti ambientali derivanti dalle fasi di produzione e di smaltimento delle soluzioni di confezionamento, definiti in letteratura come “effetti diretti” del packaging. Quindi, non vengono esaminati i così detti “effetti indiretti”, cioè quelli che si riferiscono ai possibili benefici ambientali che il packaging può apportare al ciclo vita del prodotto attraverso le funzioni di protezione, conservazione, e prolungamento della shelf life degli alimenti [9].
È quindi necessario, per un corretto esame della sostenibilità delle soluzioni di confezionamento, che gli studi LCA si basino sulla considerazione bilanciata di tutte le proprietà, funzioni e caratteristiche del packaging, sia dirette che indirette, e della sua relazione con l’alimento da esso contenuto [4].
Le nuove sfide della ricerca?
Nell’articolo “Packaging Strategies That Save Food: A Research Agenda for 2030” pubblicato nel 2018 [10], vengono elencate le cinque sfide che il settore del food packaging, e in particolar modo la ricerca, deve affrontare per giungere alla valutazione della reale sostenibilità delle soluzioni di confezionamento. Le cinque sfide sono le seguenti:
- Identificare e ottenere dati specifici sulle funzioni del packaging che influenzano lo spreco alimentare;
- Comprendere l’impatto ambientale totale dei sistemi packaging-alimento valutando compromessi fra la protezione del prodotto e l’impatto ambientale;
- Comprendere come le funzioni del packaging debbano essere considerate negli studi di impatto ambientale;
- Migliorare le caratteristiche delle soluzioni di confezionamento tenendo presenta la possibile riduzione dello spreco alimentare;
- Studiare incentivi per gli stakeholder al fine di ridurre gli sprechi alimentari.
Per poter risolvere la maggior parte di questi problemi, sono necessari studi basati su valutazioni empiriche delle performance di differenti soluzioni di confezionamento. Inoltre, è importante che vengano studiate specifiche combinazioni packaging-alimento, dal momento che l’impatto ambientale apportato dal prodotto alimentare può influenzare la scelta sostenibile della confezione stessa [6], [11].
L’importanza di considerare l’impatto ambientale del packaging in relazione a quello degli alimenti
In altre parole, bisogna considerare che nuove soluzioni di confezionamento pensate per aumentare i benefici ambientali dell’intero sistema, possono raggiungere questo ambizioso scopo attraverso l’aumento relativo dei propri impatti. Per poter quindi generare un reale beneficio, come molti studi scientifici riportano, è importante considerare il rapporto degli impatti ambientali dell’alimento su quelli del packaging.
Infatti, prodotti alimentari di origine animale come carne e formaggi, avendo generalmente un alto impatto ambientale, possono sostenere un aumento degli impatti derivanti dal packaging che, nel complesso dell’intero sistema, porteranno ad un beneficio ambientale [12].
Perciò, questa nuova area di ricerca mira a studiare e a sviluppare modelli che descrivano come determinate caratteristiche del packaging (materiali, tecnologie e design) possano influenzare la quantità di spreco alimentare attraverso particolari condizioni come la durata della shelf life e il comportamento dei consumatori. L’approccio di Life Cycle Thinking deve infatti tenere in considerazione molteplici aspetti del ciclo vita del packaging e in particolar modo la sua relazione con l’alimento.
Conclusioni
L’obiettivo di questa nuova area di ricerca è sviluppare metodologie che permettano la corretta valutazione della sostenibilità del packaging. È necessario considerare tutte le proprietà delle soluzioni di confezionamento attraverso approcci di Life Cycle Thinking basati su misurazioni empiriche delle relazioni fra packaging, alimento, ambiente e consumatore.
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[1] G. H. Brundtland, M. Khalid, S. Agnelli, S. Al-Athel, and B. Chidzero, “Our common future,” New York, 1987.
[2] FAO, “The future of food and agriculture: Trends and challenges,” 2017.
[3] B. Wohner, E. Pauer, V. Heinrich, and M. Tacker, “Packaging-related food losses and waste: An overview of drivers and issues,” Sustain., vol. 11, no. 1, 2019.
[4] K. Molina-Besch, F. Wikström, and H. Williams, “The environmental impact of packaging in food supply chains—does life cycle assessment of food provide the full picture?,” Int. J. Life Cycle Assess., vol. 24, no. 1, pp. 37–50, 2019.
[5] K. Verghese, H. Lewis, L. Simon, and H. Williams, “Packaging’s Role in Minimizing Food Loss and Waste Across the Supply Chain,” Packag. Technol. Sci., vol. 28, no. April, pp. 603–620, 2015.
[6] F. Wikström, H. Williams, and G. Venkatesh, “The influence of packaging attributes on recycling and food waste behaviour – An environmental comparison of two packaging alternatives,” J. Clean. Prod., vol. 137, pp. 895–902, 2016.
[7] F. Wikström, H. Williams, J. Trischler, and Z. Rowe, “The importance of packaging functions for food waste of different products in households,” Sustain., vol. 11, no. 9, May 2019.
[8] M. M. Gutierrez, M. Meleddu, and A. Piga, “Food losses, shelf life extension and environmental impact of a packaged cheesecake: A life cycle assessment,” Food Res. Int., vol. 91, pp. 124–132, 2017.
[9] H. Lindh, H. Williams, A. Olsson, and F. Wikström, “Elucidating the Indirect Contributions of Packaging to Sustainable Development: A Terminology of Packaging Functions and Features,” Packaging Technology and Science, vol. 29, no. 4–5. John Wiley and Sons Ltd, pp. 225–246, 01-Apr-2016.
[10] F. Wikström et al., “Packaging Strategies That Save Food: A Research Agenda for 2030,” J. Ind. Ecol., vol. 23, no. 3, pp. 532–540, 2019.
[11] H. Williams, F. Wikström, and M. Löfgren, “A life cycle perspective on environmental effects of customer focused packaging development,” J. Clean. Prod., vol. 16, no. 7, pp. 853–859, 2007.
[12] H. Williams and F. Wikström, “Environmental impact of packaging and food losses in a life cycle perspective: A comparative analysis of five food items,” J. Clean. Prod., vol. 19, no. 1, pp. 43–48, 2010.
Valeria Frigerio
Dottoranda presso l’Università degli Studi di Milano, svolge la sua attività di ricerca in Food Systems presso i laboratori del PackLab (DeFENS) sotto la supervisione della Prof.ssa Sara Limbo. Tra gli obiettivi della sua ricerca rientrano la caratterizzazione della relazione che intercorre fra packaging, shelf life e spreco alimentare e lo sviluppo di nuovi indicatori per stimare la sostenibilità delle soluzioni di confezionamento.