Indice
Sostenibilità ambientale e nutrizione: quali sono gli impatti ambientali del cibo e dell’agricoltura?
La riduzione delle emissioni di gas serra (GHG) è una questione particolarmente importante considerando i recenti risultati del World Meteorological Organization [1].
L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) descrive in dettaglio la relazione tra cambiamento climatico e GHG, in aumento dall’era preindustriale, soprattutto a causa della crescita economica e demografica globale.
Questo ha portato a concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica (CO2), metano (CH4) e protossido di azoto (N2O) che non hanno precedenti: i loro effetti sono stati rilevati su tutto il sistema climatico ed è probabile che siano stati la causa dominante del riscaldamento globale osservato dalla metà del XX secolo [2].
Il ruolo che il sistema economico gioca nella generazione delle emissioni suggerisce un disegno strategico globale atto a ridurre le emissioni dal 40% al 70% entro il 2050 [3].
L’agricoltura è un fattore chiave in tema di sostenibilità ambientale.
Allo stesso modo, la nutrizione umana ha un impatto globale poiché guida la domanda di prodotti agricoli [4, 5]:
- Il cibo rappresenta oltre un quarto (26%) delle emissioni globali di gas serra;
- Il 50% della terra abitabile del mondo (esclusi ghiacciai e deserti) è utilizzato per l’agricoltura;
- Il 70% dei prelievi globali di acqua dolce viene utilizzato per l’agricoltura [5];
- Il 78% dell’eutrofizzazione globale degli oceani e delle acque dolci è causato dall’agricoltura;
- Il 94% della biomassa dei mammiferi (esclusi gli esseri umani) è il bestiame. Delle 28.000 specie totali di bestiame, 24.000 (86%) sono state valutate come a rischio estinzione dalla IUCN Red List, a causa della cattiva gestione in agricoltura e acquacoltura (Fig. 1) [5].
Il cibo e la nutrizione, quindi, sono al centro del tentativo di affrontare il cambiamento climatico, migliorare la sostenibilità ambientale, ridurre lo stress idrico, l’inquinamento, restituire terreni a foreste e praterie e proteggere la fauna selvatica del mondo.
Valutare la sostenibilità ambientale della nutrizione
"Le diete sostenibili sono diete a basso impatto ambientale che contribuiscono alla sicurezza alimentare e nutrizionale, nonché a una vita sana per le generazioni presenti e future. Le diete sostenibili concorrono alla protezione e al rispetto della biodiversità e degli ecosistemi, sono culturalmente accettabili, economicamente eque e accessibili, adeguate, sicure e sane sotto il profilo nutrizionale e, contemporaneamente, ottimizzano le risorse naturali e umane. "
FAO, 2010, Sustainable Diets and Biodiversity [7].
Molti studi hanno analizzato l’impatto del consumo della nutrizione sulla sostenibilità ambientale come la carbon footprint, la water footprint, il land use e l’ecological footprint [8-10].
Tali misure offrono una visione d’impatto integrata dei diversi fenomeni, permettendo di definire l’impronta ecologica dell’uomo e di conseguenza ridurre i GHG [11].
Da un’analisi degli studi di valutazione del Life Cycle Assessment (LCA), è possibile concludere che i prodotti alimentari di origine animale, hanno un impatto legato al clima e all’uso del suolo più elevato rispetto ai prodotti vegetali, rappresentando l’80% delle emissioni totali del sistema alimentare [12].
L’impatto maggiore è stato riscontrato per le carni dei ruminanti. La maggior parte dei prodotti vegetali, di mare e carne bianca hanno “prezzi” relativi all’uso del suolo e della CO2 relativamente ridotti [13] (Fig. 2).
Il bacino letterario che dimostra i benefici ambientali derivanti da una riduzione del consumo di carne rossa è vasto [11].
Sebbene una nutrizione basata prevalentemente su cibi vegetali sia associata a minori emissioni, dunque ad una maggiore sostenibilità ambientale, ciò non significa che questi prodotti siano immuni dall’impronta ambientale. Un altro problema da considerare quando si pensa ad una nutrizione a base vegetale è la stagionalità delle colture. Molti Paesi fanno affidamento sulle importazioni una volta che il loro periodo di crescita è terminato.
Questo modello di scambio provoca emissioni di gas a effetto serra attraverso il trasporto aereo, terrestre e marittimo. Ad esempio, gli asparagi importati in Inghilterra dal Perù producono 5,3 kg di anidride carbonica ogni kg di prodotto [15].
Inoltre, le emissioni dei trasporti non sono l’unico aspetto negativo da considerare.
Alimenti popolari come avocado, mango e noci richiedono un enorme apporto di acqua e sono spesso coltivati in aree dove lo stress idrico è maggiore. Per affrontare queste problematiche, alcuni ricercatori suggeriscono che le persone dovrebbero mangiare cibi stagionali e prodotti localmente, indipendentemente dal fatto che siano a base vegetale [15].
Una dieta sostenibile è una dieta sana?
Una nutrizione sostenibile implica un equilibro nutrizionale, supportando il rispetto per l’ambiente e i benefici sulla salute della popolazione [16].
Esiste una relazione positiva tra le scelte alimentari a basse emissioni di CO2 e il profilo sanitario della popolazione.
È ampiamente riconosciuto che l’aumento globale del consumo di carne rossa e lavorata, in particolare nei Paesi sviluppati, ha provocato un aumento dei decessi per malattie cardiovascolari (CVD) [17-19].
Al contrario, una nutrizione basata sul consumo di frutta e verdura, caratterizzato da un profilo a basse emissioni di CO2, è inversamente associato al rischio di patologie coronariche nelle popolazioni occidentali e un elevato consumo di fibre e cereali integrali comporta un minor rischio di CVD e diabete.
Questo è stato confermato anche dallo studio del Barilla Center for Food and Nutrition attraverso la doppia piramide alimentare e ambientale (Fig. 3) [20, 21].
Tuttavia questo non vuol dire che la carne non possa essere una fonte benefica di vitamine e sostanze nutritive, se consumata con moderazione.
Evitare prodotti animali non significa necessariamente apportare benefici per la salute [22].
Il consumo di carne può fornire un’alta concentrazione di proteine per bambini e persone denutrite nei Paesi in via di sviluppo [23].
Uno studio americano [24] ha paragonato diete a basso e alto contenuto di CO2 e ha mostrato differenze significative nella composizione dei nutrienti.
Le diete a basso contenuto di GHG contenevano più fibre e vitamina E, meno sodio e grassi saturi. Ma i profili nutrizionali di queste diete contenevano significativamente meno ferro, calcio, vitamina D, vitamina A e potassio rispetto alle diete ad alto contenuto di GHG. Ciò è probabilmente dovuto al minor consumo di alimenti di origine animale e latticini (Tab. 1).
Questo è stato riscontrato anche nei punteggi dell’Healthy Eating Index (HEI), un indicatore sviluppato dall’United States Department of Agriculture per valutare quanto una particolare dieta sia allineata con le raccomandazioni alimentari in America [24].
Inoltre, lo sviluppo di malattie croniche e l’elevato tasso di mortalità associato alla dieta occidentale è dovuto non solo a un alto contenuto di carni rosse, ma anche a un consumo eccessivo di cereali raffinati, fritture, bibite, dolci ad alto contenuto di zuccheri, principalmente a basso impatto ambientale [25].
Lo stesso è stato confermato da alcuni ricercatori francesi che hanno evidenziato come, nel loro campione, le diete meno impattanti erano associate a una qualità nutrizionale inferiore [26].
Risulta determinante considerare le diverse linee guida e proteggere il sistema agroalimentare nel suo insieme, preservando la biodiversità, l’utilizzo di metodi sostenibili e locali, la salute e il benessere dell’intera popolazione.
Conclusioni
Sono necessarie ulteriori indagini per valutare la connessione tra profilo sostenibile e qualità nutrizionale di una particolare dieta. Maggiori investimenti in ricerca, innovazione e formazione sono essenziali per azionare interventi pubblici e privati efficaci, al fine di sensibilizzare ogni cittadino.
—
Speriamo che tu abbia trovato la lettura di questo articolo sulla connessione tra sostenibilità ambientale e nutrizione interessante. Per altri contenuti simili, consulta la sezione Blog del nostro sito web. E se vuoi restare sempre al passo con le ultime novità in fatto di Agrifood, iscriviti alla nostra Newsletter!
- World Meteorological Organization, Provisional WMO Statement on the Status of the Global Climate in 2016. 2016: Available online: https://public.wmo.int/en/media/press-release/provisional-wmo-statement-status-of-global-climate-2016.
- Intergovernmental panel of climate change IPCC, Fifth assessment synthesis report: summary for policy makers. 2014: Available online: https://www.ipcc.ch/site/assets/uploads/2018/02/AR5_SYR_FINAL_SPM.pdf.
- Field, C.B., Climate change 2014–Impacts, adaptation and vulnerability: Regional aspects. 2014: Cambridge University Press.
- Swain, M., et al., Reducing the environmental impact of global diets. Science of The Total Environment, 2018. 610-611: p. 1207-1209.
- Hannah Ritchie and Max Roser, “Environmental impacts of food production”. 2020: Published online at OurWorldInData.org. Retrieved from: ‘https://ourworldindata.org/environmental-impacts-of-food’
- Vollenweider, R.A., Eutrophication of waters: monitoring, assessment and control. 1982: Organisation for Economic Co-operation and Development;[Washington, DC: Sold ….
- Food and Agriculture Organization of the United Nations, Definition of sustainable diets., in International Scientific Symposium: Biodiversity and Sustainable Diets United Against Hunger,. 2010, http:// www.fao.org/ag/humannutrition/28507-0e8d8dc364ee46865d5841c48976e9980.pdfRome, Italy
- Arrieta, E.M. and A.D. González, Energy and carbon footprints of food: Investigating the effect of cooking. Sustainable Production and Consumption, 2019. 19: p. 44-52.
- Leach, A.M., et al., Environmental impact food labels combining carbon, nitrogen, and water footprints. Food Policy, 2016. 61: p. 213-223.
- Danish and Z. Wang, Investigation of the ecological footprint’s driving factors: What we learn from the experience of emerging economies. Sustainable Cities and Society, 2019. 49.
- Karwacka, M., et al., Sustainable Development in the Agri-Food Sector in Terms of the Carbon Footprint: A Review. Sustainability, 2020. 12(16): p. 6463.
- Springmann, M., et al., Analysis and valuation of the health and climate change cobenefits of dietary change. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2016. 113(15): p. 4146-4151.
- Nijdam, D., T. Rood, and H. Westhoek, The price of protein: Review of land use and carbon footprints from life cycle assessments of animal food products and their substitutes. Food Policy, 2012. 37(6): p. 760-770.
- Swain, M., et al., Reducing the environmental impact of global diets. Science of the Total Environment, 2018. 610: p. 1207-1209.
- Gray, R., “Why the vegan diet is not always green”. 2020, British Broadcasting Company.
- Perignon, M., et al., Improving diet sustainability through evolution of food choices: review of epidemiological studies on the environmental impact of diets. Nutrition Reviews, 2016. 75(1): p. 2-17.
- Renata Micha, R., S.K. Wallace, and D. Mozaffarian, Red and processed meat consumption and risk of incident coronary heart disease, stroke, and diabetes mellitus. 2010.
- Eating red meat daily triples heart disease-related chemical, U.S. Department of Health & Human Services, Editor. 2019: https://www.nih.gov/news-events/nih-research-matters/eating-red-meat-daily-triples-heart-disease-related-chemical.
- World Health Organization, Diet, nutrition and the prevention of chronic diseases. Report of a joint WHO/FAO expert consultation. WHO Technical report series, 2003. 916: p. 34-8.
- Ruini, L.F., et al., Working toward healthy and sustainable diets: The “Double Pyramid Model” developed by the Barilla Center for Food and Nutrition to raise awareness about the environmental and nutritional impact of foods. Frontiers in nutrition, 2015. 2: p. 9.
- BCFN, Double Pyramid 2016. Diet and environmental impact. 2016: Available online at: https://www.barillacfn.com/it/divulgazione/doppia_piramide/.
- Key, T.J., P.N. Appleby, and M.S. Rosell, Health effects of vegetarian and vegan diets. Proceedings of the Nutrition Society, 2006. 65(1): p. 35-41.
- Friel, S., et al., Public health benefits of strategies to reduce greenhouse-gas emissions: food and agriculture. The Lancet, 2009. 374(9706): p. 2016-2025.
- Rose, D., et al., Carbon footprint of self-selected US diets: nutritional, demographic, and behavioral correlates. The American journal of clinical nutrition, 2019. 109(3): p. 526-534.
- McEvoy, C.T., N. Temple, and J.V. Woodside, Vegetarian diets, low-meat diets and health: a review. Public health nutrition, 2012. 15(12): p. 2287-2294.
- Vieux, F., et al., High nutritional quality is not associated with low greenhouse gas emissions in self-selected diets of French adults. The American Journal of Clinical Nutrition, 2013. 97(3): p. 569-583.
Elena Benedetti
Ha conseguito la Laurea in Economia Aziendale a Urbino, specializzandosi in Economia Ambientale presso l’Università degli studi di Siena. Attualmente Dottoranda presso il Centre for Rural Economy della Newcastle University (Gran Bretagna), dove si occupa di sostenibilità applicata al settore alimentare, con interesse per economia sanitaria e nutrizione. Ha maturato esperienze in metodi qualitativi e quantitativi volti a studiare il comportamento d’acquisto del consumatore nelle filiere agroalimentari.